RISCHIO DA CARENZA D’OSSIGENO SUL LAVORO

Tra le tante situazioni d’emergenza che si potrebbero verificare sul lavoro, il rischio da carenza d’ossigeno è sicuramente una cosa molto particolare da saper gestire.

È importantissimo predisporre delle misure, cioè delle procedure di sicurezza se si ha il minimo sentore che siamo situazione con probabilità di accadere.

Il datore di lavoro che nella valutazione dei rischi, in caso di riscontro di un’atmosfera pericolosa, nel suo ambiente di lavoro, che possa comportare il minimo rischio da carenza d’ossigeno per il lavoratore, deve muoversi per prevenire qualsiasi problematica.

Il rischio da carenza d’ossigeno in percentuali

L’ossigeno presente nell’aria viene misurato in percentuali e sono definite delle soglie a scaglioni per le quali man mano aumenta la criticità della situazione.

Quando la percentuale è al 21% non vi è nessuna situazione critica, anzi, è ottimale e non esiste il minimo rischio da carenza d’ossigeno, se non per patologie già presente nel lavoratore, ma questo è un altro discorso.

Percentuali del rischio da carenza d’ossigeno

Quando si scende sotto il 21% c’è pochissimo rischio da carenza d’ossigeno fino al 18% dove, al di sotto, c’è giusto un rallentamento del lavoratore dovuto all’inizio dalla scarsa ossigenazione del cervello.

Al di sotto del 18% l’atmosfera non è delle più respirabile e può provocare danni al sistema respiratorio.

Tra il 12% e l’8% si registrano i primi casi di nausea e vomito, perdite di coscienza e se continuiamo a scendere i danni iniziano ad essere veramente gravi.

Tra l’8% e il 6% si riducono le possibilità di recupero se il lavoratore coinvolto non viene estratto in meno di 5 minuti, mentre già con un giro di orologio in più la fatalità della situazione degenera ed il rischio da carenza d’ossigeno ha una fatalità del 50%. Dopo 8 minuti di esposizione a queste condizioni rimanere in vita sarebbe un miracolo.

Inutile dire a questo punto, che al di sotto del 6% in pochi secondi si raggiungerebbe il coma, poi la morte.

Come interagire con questo rischio

Se l’attività lavorativa potrebbe anche minimamente esporre uno o più lavoratori a questo rischio, oltre alla formazione degli addetti al primo soccorso e la formazione per chi opera in ambienti confinati, sarebbe bene predisporre un respiratore adatto alla situazione. Ottimale sarebbe predisporre anche un defibrillatore in caso qualcuno necessitasse anche della rianimazione.

Le situazioni d’emergenza possono essere molteplici nei luoghi di lavoro, perché allora non chiedere una mano ad un esperto che vi possa aiutare a prevenire?

Contattaci per saperne di più!

N.B. è da intendere che il nostro non è un parere medico, quindi nonostante la casistica ci indichi queste percentuali, esse non sono attendibili al 100% perché ogni persona reagisce in maniera diversa alle situazioni di criticità per il proprio fisico.

Gruppo Minerva

Leave a Comment

You must be logged in to post a comment. Click here to login.

LINEE VITA NELLA SICUREZZA SUL LAVORO LAVORO IN AMBIENTI CONFINATI E RISCHI MAGGIORI