Nessuno dica amianto

Nessuno dica amianto, neanche tumore, sono due tabù della società odierna. Nell’industria si faceva largo utilizzo di questo materiale le cui proprietà erano formidabili, (resistenza al fuoco, isolamento termico).

Ma l’amianto aveva anche dei lati negativi. Il legame fra industria e prodotto, infatti, è finito quando l’amianto è stato dichiarato cancerogeno (legge n. 257 del 1992).

L’intervento della legge ne ha vietati l’utilizzo, la compravendita e ha reso doveroso lo smaltimento dell’amianto. L’intervento del legislatore ha probabilmente salvato delle vite, quelle esposte a rischio di malattie definite come “amianto-correlate”.

Ad oggi, lo Stato e le istituzioni si impegnano a contrastare l’asbesto (altro nome dell’amianto) su tutto il fronte, mettendo a disposizione addirittura un credito di imposta, per ridurre i costi alle società che non sono riuscite ancora a ritornare a norma.

L’amianto è cancerogeno?

L’amianto è senza ombra di dubbio un agente cancerogeno ed è considerato nel D.lgs. 81/08 come un fattore di rischio residuo, ovvero quello non abbattibile.
Come per ogni rischio residuo esisto dei DPI, in questo caso i quattro principali sono:

1. Tuta di protezione.
2. Protettori delle vie respiratorie.
3. Guanti da lavoro.
4. Copri scarpe o stivali di gomma.

Ogni conseguenza derivante dal contatto sul luogo di lavoro è imputabile direttamente al titolare dell’azienda, che rischia sanzioni per migliaia di euro.

L’esposizione all’amianto seppur minima, può essere tenuta sotto controllo con uno screening periodico, ovvero con una programmazione di indagini e di analisi condotte sul lavoratore per monitorare le sue condizioni. La sorveglianza sanitaria da svolgere per il rischio è descritta nel T.U. 81/08.

L’81/08 si sofferma anche a spiegare come deve essere svolta la formazione dei dipendenti:

Il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le conoscenze e le competenze necessarie in materia di prevenzione e di sicurezza, in particolare per quanto riguarda:
a)Le proprietà dell’amianto e i suoi effetti sulla salute, incluso l’effetto sinergico del tabagismo;
b)I tipi di prodotti o materiali che possono contenere amianto;
c)Le operazioni che possono comportare un’esposizione all’amianto e l’importanza dei controlli preventivi per ridurre al minimo tale esposizione;
e)Le procedure di lavoro sicure, i controlli e le attrezzature di protezione;
f)La funzione, la scelta, la selezione, i limiti e la corretta utilizzazione dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie;
g)Le procedure di emergenza;
h)Le procedure di decontaminazione;
i)L’eliminazione dei rifiuti;
l)La necessità della sorveglianza medica.

L’amianto è un male, un male molto lento, che conduce le persone alla morte nel giro di circa trent’anni.

Amianto, il futuro dell’Italia

Nel migliore dei casi si pensa che in Italia ci sarà una decrescita attorno al 2022 dell’incidenza delle malattie amianto correlato, esattamente a circa trent’anni da quando l’amianto è stato vietato a scopi industriali nel 1992.

Per noi tecnici della prevenzione si tratta solo di una valutazione del rischio di esposizione ai fattori cancerogeni, per le aziende si tratta di vivere in pace con la propria coscienza, sapendo di non rischiare nulla.

I nostri medici competenti sono sempre a disposizione per le dovute indagini e i dovuti controlli, contattateci per saperne di più.

Perchè la sicurezza sul lavoro non è un’opinione.

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